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Alessandra Cappa: “Un consiglio comunale lungo quanto un (brutto) sogno”

Ieri, in Consiglio comunale, iniziando il mio intervento sul bilancio triennale di previsione presentato dall’Amministrazione, mi sono permessa di “contestare” un collega di opposizione il quale, avendo parlato prima di me, lo aveva giustamente definito il “libro dei sogni”.
Ciò aveva fatto per sottolineare che il bilancio portato in Consiglio non avrebbe potuto ingannare nessuno, figuriamoci i consiglieri (di minoranza) chiamati ad approvarlo, in quanto i suoi contenuti sono evidentemente irrealizzabili.
Nel fare il mio intervento, mi permettevo di aggiungere che il bilancio presentato, se proprio un libro dei sogni doveva definirsi, andava considerato una brutta copia, una pessima edizione che nessuno avrebbe mai voluto leggere.
Questo perché, come tutti sanno, il bilancio preventivo che qualsiasi nuova amministrazione presenta in Consiglio, costituisce, in qualche modo, il suo “manifesto” politico, il documento fondamentale attraverso il quale, dopo le promesse elettorali, l’amministrazione mette nero su bianco le cose che intende fare per la città.
E come pure sa chi segue le faccende della politica, il bilancio preventivo “subisce” inevitabilmente l’enfasi di cui è permeata ogni nuova amministrazione, “sconta” l’entusiasmo della “prima volta”, la voglia cioè di dimostrare di poter fare di più e meglio di chi l’ha preceduta.
Accade spesso, quindi, che tale documento si trovi ad essere il contenitore dei “sogni” della maggioranza, un documento “ideale” nel quale si rintracciano le linee programmatiche fondamentali di un governo che nasce, pur nella consapevolezza che non tutte le opere immaginate, le idee progettate riusciranno ad essere portate a compimento.
Ed invece il primo bilancio triennale dell’amministrazione Menna somiglia più a un orribile sogno che a un libro dei sogni: non solo non vi si leggono le grandi idee, le opere e i progetti che ogni amministrazione che si rispetti tenta almeno di perseguire negli anni della sua amministrazione ma manca addirittura il respiro, l’idea stessa, il progetto, la visione della città.
Ad aggravare il quadro, vi è poi il fatto che le (poche) cose pensate per i prossimi anni non potranno comunque essere realizzate.
L’amministrazione, infatti, dopo aver dato conto, con ampia e “sinistra” retorica, delle ristrettezze economiche che affliggono il nostro Comune a causa dei tagli ai trasferimenti nazionali e regionali, e della onnipresente crisi economica globale, nel presentare il bilancio, voleva farci credere che il miracolo della realizzazione delle nuove opere previste sarebbe avvenuto – udite udite –grazie alla vendita di numerosi (vecchi) immobili di proprietà del comune (in quanto si sa, di questi tempi, il mercato immobiliare è particolarmente fruttuoso).
Ma quel che è peggio è che l’amministrazione finge di non sapere che tali immobili (dalle uova d’oro) sono gli stessi che, pur rientrando da diversi anni nel piano del patrimonio immobiliare comunale da dismettere – vuoi per il cattivo stato di conservazione e del prezzo alto, vuoi per l’ubicazione o per la scarsa fruibilità – non riescono ad essere venduti nonostante l’impegno profuso dalle diverse amministrazioni che si sono succedute nel tempo.
Davvero un brutto sogno.
E sì perché nonostante tutto questo, ieri l’amministrazione Menna si è presentata in consiglio comunale chiedendo l’approvazione proprio di questo bilancio, di un bilancio orfano di una visione della città ma pieno di idee “piccole” e confuse, per giunta assolutamente irrealizzabili.
Ma non è tutto, perché l’amministrazione Menna ieri si è presentata alla città con un bilancio che conferma tutte le tariffe – nessuna esclusa – delle imposte locali nella percentuale massima prevista dalla legge.
E non è finita, perché ieri l’amministrazione Menna si è presentata alla città, senza aver fatto neanche lo sforzo di provare a porre in essere una seria politica di spending revue delle spese comunali ed anzi aumentando la (già) alta spesa per il funzionamento dell’Ente (compresi i costi della famigerata segreteria).
In conclusione:
le poco condivisibili “grandi” opere previste nel bilancio non si faranno perché i soldi non ci sono, è ridicolo pensare che si possa credere che il denaro arriverà dal ricavato della vendita dei medesimi immobili che sino ad ora nessuno ha voluto comprare (per vero il dubbio sul punto non è stato solo mio ma anche dell’organo dei revisori che ha ben sottolineato la scarsa affidabilità di tali previsioni di entrata);
le tasse sono rimaste al massimo delle tariffe previste;
nessuno sforzo è stato fatto nemmeno per tentare di tagliare o almeno ridurre le spese dell’Ente.
Ma anche a voler trascurare gli ipotetici “grandi progetti” e volendo occuparci, più modestamente, del quotidiano operare, questo bilancio non può confortarci.
Scopriamo infatti che l’Amministrazione di sinistra, a chiacchiere sempre attenta al sociale e alle fasce deboli, non ha destinato neanche un soldo alle politiche giovanili e alla formazione professionale; non ha previsto neanche un euro per il sostegno agli anziani; ha disconosciuto le sue stesse linee programmatiche – e i roboanti spot elettorali – trascurando il sostegno al settore dell’industria e dell’agricoltura, cui ha destinato la esorbitante cifra di €. 0,00.
Scopriamo ancora che ha riservato lo stesso ignobile destino alla promozione dell’artigianato, alla salute, alle politiche di promozione e sostegno allo studio, alla sicurezza urbana, al turismo e a tanti altri settori che avevano costituito il cavallo (di Troia) per fare ingresso a Palazzo di Città.
In mezzo a tanta tristezza la buona notizia è che il sindaco è soddisfatto: stamani alla conferenza stampa convocata per riferire il bel risultato di essersi approvati questo bilancio da soli, ha fatto ai Vastesi un annuncio solenne: gli equilibri di bilancio sono salvi (la matematica torna, insomma), non abbiamo aumentato le tasse (già al massimo), non abbiamo diminuito i servizi…..e ci mancherebbe pure, questi ultimi già sono così rari, figuriamoci se potevano pure diminuire.
Un brutto sogno durato sino all’alba il Consiglio comunale, un brutto sogno che temo durerà un quinquennio.

Alessandra Cappa
Consigliere di Unione Per Vasto

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