I canoni consortili imposti alle imprese dall’ARAP non sono semplici canoni ma veri e propri tributi, questo è stato stabilito dal Giudice di Pace di Vasto, che, con sentenza n. 192/16 del 19 maggio 2016, ha accolto l’opposizione, presentata da un consorziato, al decreto ingiuntivo emesso dall’ARAP.
Finalmente Assovasto, Confindustria Chieti Pescara e i suoi Associati sono riusciti ad avere un primo risultato nella loro pluriennale battaglia di contrasto alla doppia imposizione.
Questa vicenda è iniziata commissionando, quasi due anni fa, al Prof. Avv. Vincenzo Bassi, docente incaricato di diritto tributario alla LUMSA di Roma, uno specifico studio sulla natura dei Canoni Consortili e sulla loro sovrapposizione rispetto alla TASI.
All’esito di questo studio, che ha determinato il procedimento dinanzi al Giudice di Pace di Vasto, si può oggi affermare che contestare la legittimità e l’equità dell’attuale fiscalità immobiliare (Canoni Consortili e TASI) a carico dei Consorziati costituisce un fatto non solo politicamente opportuno ma anche e soprattutto giuridicamente fondato.
Infatti, da una parte, l’ARAP dovrà comportarsi da vero e proprio ente impositore, con tutte le garanzie per l’imprenditore consorziato, senza, per di più, addebitare IVA, dall’altra, gli stessi Comuni dovranno, ora, necessariamente evitare la doppia imposizione tra i canoni consortili e la TASI – doppia imposizione che gli Imprenditori ingiustamente sono costretti ancora a subire.
ASSOVASTO