Dall’opposizione ideologica alle infrastrutture al sistema della formazione bloccato, dalle disfunzioni della Pubblica Amministrazione alla giustizia troppo lenta, fino al caso emblematico dei vaccini, si pagano ancora troppi dazi in Italia all’inerzia e a un’industria che parla sempre di più la lingua straniera. Tutte le volte che l’Italia dice «No», il conto che i cittadini pagano, quindi, è decisamente salato. Soprattutto in termini di mancate opportunità.
E l’Abruzzo non è immune dalla sindrome di Nimby, come dimostrano le recenti opposizioni alle trivelle e alla centrale della Snam a Sulmona, e le proteste degli anni passati per impedire la realizzazione del Centro Oli dell’Eni ad Ortona.
Per questa ragione Confindustria Chieti Pescara e l’associazione App Abruzzo, ha promosso una tavola rotonda per presentare il libro ‘I No che fanno la decrescita’, scritto per Guerini dal giornalista economico de Il Foglio Alberto Brambilla e dal docente universitario abruzzese e opinionista economico Stefano Cianciotta.
L’evento si svolgerà venerdì 18 maggio, alle ore 17.30, nella Sala Orofino di Confindustria Chieti Pescara in via Raiale 110 bis.
Insieme con gli autori saranno chiamati a fare il punto sulle strategie, le azioni e gli strumenti da mettere in campo per trovare soluzioni che consentano al Paese di tornare a crescere, il direttore generale di Confindustria Chieti Pescara Luigi Di Giosaffatte, il vicepresidente di Confindustria Chieti Pescara e presidente di App Abruzzo Alessandro Addari, e il presidente Ance Pescara Marco Sciarra. Introdurrà e modererà i lavori il curatore delle pagine culturali del quotidiano abruzzese La Città, Simone Gambacorta.
“In Italia, affermano Brambilla e Cianciotta, si sta consolidando sempre di più la tendenza a dire no, una tendenza che condiziona fortemente i politici, affannati a inseguire gli istantanei umori e i timori delle masse. La conseguenza è che le istituzioni prendono o annunciano decisioni tattiche di breve termine per capitalizzare consenso, invece di indicare un indirizzo strategico di lungo periodo”.
“Nello scenario attuale, afferma Marco Sciarra, gli imprenditori devono iniziare a reagire contro la cultura del sospetto e della denuncia, ed imparare a comunicare con i cittadini al fine di riaffermare i valori dell’impresa sia in termini sociali che di sviluppo economico, auspicando cosi come nel dopoguerra, un rinascimento industriale”.
“Nimby, “Not in my Backyard”, si chiamano così i gruppi di protesta che, puntualmente, accolgono quasi ogni progetto, cantiere o infrastruttura di cui si prevede l’avvio o la costruzione. 359 le opere pubbliche censite nel 2016 dal Nimby Forum, ha osservato il direttore generale Luigi Di Giosaffatte.
Si tratta, spesso, di comitati di cittadini sinceramente preoccupati per le ricadute sull’ambiente dei progetti presentati, ma anche altrettanto spesso di gruppi e partiti di opposizione che cavalcano i timori dei cittadini, dipingendo un’opera infrastrutturale o un progetto strategico come dannosa per l’ambiente, la salute pubblica, il paesaggio e senza una valutazione scientifica sulla sostenibilità ambientale economica e sociale. L’assenza di coinvolgimento ricorre al secondo posto, dopo le preoccupazioni per l’ambiente, come causa alla base delle contestazioni. Confindustria Chieti Pescara da anni si batte per lo sviluppo sostenibile dei territori che prevede il coinvolgimento dei cittadini e allo stesso tempo mette al bando strumentalizzazioni volte a ritardare o annullare azioni si sviluppo del territorio e delle imprese ormai indispensabili in un contesto di economia globalizzata”.
“Un altro elemento da considerare, afferma Alessandro Addari, è l’impatto delle cosiddette “fake news” – sempre più “virali” attraverso il Web e i canali Social – nel diffondere “notizie” non sorrette da dati concreti, alimentando sovente movimenti del “NO” a prescindere; un fenomeno da contrastare anzitutto attraverso l’educazione digitale, in particolare dei più giovani, partendo dalla Scuola e da gestire con attenzione diffondendo, attraverso gli stessi canali, informazioni accurate e basate si dati verificati”.