Dal WWF Abruzzo riceviamo e pubblichiamo:
Con decreto monocratico del Presidente Franco Frattini, la Sezione Terza del Consiglio di Stato, riconoscendo la fondatezza del ricorso in appello dell’Associazioni ENPA, LAC, LAV e WWF, patrocinate dall’Avv. Valentina Stefutti, ha nuovamente bloccato la caccia nel versante laziale della Zona di Protezione Esterna del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, riformando l’ordinanza del TAR Lazio che, in contrasto con la precedente decisione del suo Presidente, non aveva concesso la sospensiva su ricorso delle Associazioni. Il provvedimento è molto importante perché vieta l’attività venatoria in una delle aree fondamentali per la tutela dell’Orso marsicano, specie a rischio estinzione, di cui sono da poco morti 3 individui (una madre con due cuccioli) sui circa 50 rimasti in vita, caduti in una vasca per la raccolta dell’acqua piovana non adeguatamente protetta, simbolo di una attività di controllo non adeguata proprio nelle Zone di Protezione Esterna del Parco. La caccia verso altre specie è un problema per l’Orso, sia per le possibili uccisioni “involontarie”, sia per il grave disturbo che reca comunque alla specie. “Abbiamo ripetuto sino alla noia in questi giorni – ribadisce il delegato Abruzzo del WWF Italia Luciano Di Tizio – che di fronte di una situazione di eccezionale gravità, si devono adottare politiche e strategie di tutela assoluta perché per salvare l’Orso dall’estinzione non c’è più tempo da perdere. Dovrebbero essere le istituzioni e non soltanto le associazioni a rendersene conto” Il provvedimento della Regione Lazio che, senza neppure il parere dell’ISPRA, apriva la caccia in queste aree, andava nella direzione esattamente opposta. Come giustamente si legge nel decreto del Consiglio di Stato, l’autorizzazione alla caccia in un’area dove è presente l’Orso marsicano, destinatario di speciale protezione in virtù di regole europee recepite dall’Italia, può “determinare sia il disturbo dell’habitat dell’orso, sia incontri più o meno ravvicinati tra i cacciatori e l’orso medesimo, con effetti prevedibilmente negativi in ogni possibile sviluppo o esito”. Il decreto aggiunge come “il danno irreparabile all’interesse pubblico consistente nella tutela della fauna selvatica, nonché nella speciale esigenza di proteggere l’habitat di una specie fortemente protetta in zone limitrofe al Parco Nazionale di Abruzzo, prevalga senz’altro sulla pretesa regionale di garantire più spazi e più occasioni di prelievo alla comunità dei cacciatori, nell’esercizio della attività venatoria”. L’Udienza collegiale è fissata al 13 dicembre. Fino ad allora vige il divieto di caccia. ENPA, LAC, LAV e WWF ricordano che la salvezza dell’Orso marsicano riguarda l’Italia e il mondo intero, e non può essere affrontata come una vicenda locale da risolvere mettendo al primo posto gli interessi di qualche cacciatore.