TERAMO. E’ stato messo in scena con successo ieri sera, 31 agosto 2018, nel Teatro Comunale di Teramo lo spettacolo dal titolo provvisorio ‘La squartatrice’ tratto dal monologo teatrale dello sceneggiatore e drammaturgo teramano Pietro Albino Di Pasquale ispirato all’omonimo libro di Elso Simone Serpentini. Allo spettacolo, una prima prova aperta a conclusione della residenza artistica prevista dal progetto ‘Zone Libre, azioni di sostegno alla creatività contemporanea’ di ACS Abruzzo Circuito Spettacolo, ha assistito un selezionato gruppo di operatori e di artisti. Sul palco l’attrice teramana, che ha curato anche la regia dello spettacolo, Serena Mattace Raso.
Un lavoro originale e valido, frutto della sensibilità e dell’estro creativo del drammaturgo e scrittore teramano Pietro Albino Di Pasquale – in uscita a novembre il suo ultimo lavoro letterario ‘FARFARIEL, il libro di Micù’ Edizioni Uovonero – il quale negli ultimi anni ha incentrato la sua ricerca artistica sul recupero della lingua, delle tradizioni, della musicalità e della magia abruzzesi. Un percorso che lo ha portato anche alla scrittura del monologo in scena ieri a Teramo. Protagonista del lavoro ‘La squartatrice’ è, infatti, Elisa la quale si esprime in una lingua semplice, intrisa di parole dialettali, essendo semianalfabeta e di origini contadine. La sua lingua è, infatti, schietta, tagliente, piena di metafore per farsi capire meglio. Una scelta e una attenzione da parte di Di Pasquale verso un mondo caratterizzato da credenze e suggestioni, ma anche ricco di conoscenze, concretezza e fascino, con l’obiettivo di aiutare a comprendere uno spaccato di una società contadina restituendo ad essa dignità e valore.
“Elisa, la protagonista de ‘La Squartatrice’ – spiega Pietro Albino Di Pasquale – è una figura femminile realmente esistita e per questo ancor più interessante da esplorare per Serena Mattace Raso. L’obiettivo che ha mosso il lavoro è stato da un lato quello di far conoscere la storia di questa donna, comprendere meglio il suo vissuto e dall’altro il dare dignità alla vita contadina puntando su una drammaturgia in grado di raccontare l’Abruzzo partendo della mentalità dei suoi abitanti attraverso storie e parole, anche dialettali. Una narrazione che manca e di cui si sente l’esigenza. Dopo i grandi maestri come Gabriele D’Annunzio, Ettore Maria Margadonna, e Ignazio Silone, l’Abruzzo e gli abruzzesi non vengono raccontati. Nella drammaturgia contemporanea è una grande assenza, una lacuna da colmare. A Silone, scomparso esattamente 40 anni fa, si deve il racconto dei cafoni, l’immagine della sopraffazione che è una condizione purtroppo universale e ancora frequente. Con ‘Le avventure di un povero cristiano’ Silone vinse il prestigioso Premio Campiello, premio tornato nel 2017 in Abruzzo con il romanzo ‘L’Arminuta’ di Donatella Di Pietrantonio. La nostra terra affascina, il mondo rurale chiede di essere raccontato con la sua lingua e le sue tradizioni, ed è una consapevolezza che gli abruzzesi devono acquisire”.
“Sono felice e orgoglioso di questa squadra di lavoro, – conclude Di Pasquale – tutta teramana, oltre all’attrice e regista Serena Mattace Raso, ci sono Ivandimitri Pilogallo, light designer, e suo padre Renato, noto scenografo, e la preziosa collaborazione con Acs che ringrazio. Il lavoro per arrivare allo spettacolo finito è ancora lungo, ma ci sono tutti i presupposti perché la storia di Elisa, la squartatrice teramana, conquisti il cuore degli spettatori dei teatri abruzzesi e nazionali, è questo il nostro auspicio”.