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Una nota di Legambiente e WWF sulla Riserva Marina di Vasto: “Bene discutere del futuro ma non travisando la realtà”

Le recenti polemiche sulla gestione della Riserva Marina di Vasto ci fanno ben sperare: vengono infatti da personaggi che si sono in passato segnalati soprattutto per iniziative tese a ostacolare il varo del Parco nazionale della Costa teatina e per il sostegno al cementificio dentro la fascia di protezione della Riserva di Punta Aderci, terza spiaggia più bella d’Italia e volano del turismo della Costa dei Trabocchi. La dichiarata attenzione all’ambiente ci fa sperare invece in un atteggiamento finalmente diverso che andrà comunque verificato alla prova dei fatti, a cominciare proprio dal contenuto delle polemiche stesse. Se è infatti comprensibile la dialettica politica, non è invece accettabile che si voglia classificare come improvvisata un’azione necessaria, come quella relativa all’intervento di manutenzione per il ripristino dei canali di scolo tra Via Ponente e Via Grecale, affrontato dall’Ufficio Servizi e Manutenzioni del Comune di Vasto e discussa con il contributo tecnico di esperti universitari, cosi come da progetto autorizzato dalla Regione Abruzzo.
Ma raccogliamo comunque di buon grado i suggerimenti utili al lavoro di carattere più generale che oggi insieme con Comune, operatori e condomini di Vasto Marina si sta cercando di realizzare, grazie anche al nostro contributo e stimolo. E visto che si parla di qualità gestionale di un’area protetta, non si può prescindere da una terminologia corretta come “tutela e conservazione della biodiversità”, concetto che è al centro della Rete Natura 2000. Per fortuna ci sono due leggi, una regionale e l’altra dello Stato che ce lo dicono, definendo con chiarezza quali sono i soggetti “qualificati” alla gestione e quali le risorse, anche pubbliche, destinate a sostegno di quello che è un patrimonio naturale collettivo e un bene comune.
Non vogliamo banalizzare questo “spirito neo ambientalista in fasce”. Come già detto, anzi, la discussione e il confronto possono essere momenti utili al conseguimento di una migliore risposta alle criticità presenti nell’area e per la messa a sistema delle potenzialità della Riserva che oggi assume, in virtù del nuovo piano regionale del turismo, un ruolo centrale nella valorizzazione naturalistica, economica e sociale del territorio.
“Non vorremmo, però, che questa attenzione dell’ultima ora – dichiarano Legambiente e WWF – non sia segno di una vera redenzione ma piuttosto legata alla vecchia logica del cemento. Non vorremmo cioè che questo approccio alle sensibilità dei cittadini, discutendo di misure di passerelle e piste, sia strumentale per distogliere l’attenzione da altre piste, come la Via Verde che attraversa Punta Aderci e l’area industriale, potenzialmente destinate a strane convivenze, come potrebbe essere quella di un cementificio. Ci piacerebbe capire le riflessioni sulle misure della pista e sul posizionamento di quell’asse di scorrimento. Ma siamo pronti anche a confrontarci su quella che è la visione complessiva di Vasto e della sua costa, in termini di sostenibilità e vivibilità per i vastesi, del turismo, della futura Zona Economica Speciale e di industria sostenibile, nonché del nuovo piano regolatore di quell’area. Vasto ha delle grandi sfide davanti a sé da raccogliere e ha bisogno del contributo di tutti, l’importante è essere chiari su quale obiettivo si voglia perseguire e come condividere la direzione che si vuole intraprendere. La nostra strada è ben definita e guarda al futuro e non al passato: come siamo usciti fuori da Ombrina, quando ci credevamo solo noi, così usciremo fuori dal cemento e da altre realtà industriali impattanti. Non siamo del resto i soli a dirlo. Il mondo è cambiato e va nella direzione della sostenibilità ambientale per garantire alla collettività una migliore qualità della vita, sociale ed economica: per reggere questo cambiamento bisogna superare schemi e modelli vecchi, altrimenti si esce inevitabilmente di scena. Di certo resta poco spazio alla pura strumentalizzazione e nulla alla distrazione. Se questi anni passati dietro l’economia del cemento fossero stati impegnati per dare invece un contributo alle aree protette, specie Marina di Vasto che più di tutte oggi subisce il peso di “quella cementificazione”, oggi avremmo meno criticità da risolvere e sicuramente una migliore vivibilità di quell’area e anche qualche palazzo in meno. Con vantaggi per l’intera collettività”.

Così Legambiente e WWF, in una nota.

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