Riceviamo e pubblichiamo:
Come la cronaca di questi giorni ben evidenzia, con l’approssimarsi della stagione estiva sembrano moltiplicarsi gli eventi sportivi e i raduni di vario genere organizzati nelle aree protette abruzzesi, e in particolare nel Parco Regionale Sirente Velino e nel Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise.
È certamente auspicabile che i Parchi possano rappresentare anche un volano per lo sviluppo economico e turistico dei territori protetti, ma va sempre ricordato che si tratta di aree di grande valenza naturalistica e con un elevato indice di biodiversità, che vanno prima di ogni altra cosa rispettate e tutelate. Sono da evitare manifestazioni che prevedano l’impiego di mezzi motorizzati ed è comunque da evitare un carico antropico eccessivo: la presenza, sia pure limitata nel tempo, di centinaia di persone (partecipanti, organizzatori e spettatori) in spazi ristretti e delicati può comportare pesantissime alterazioni, soprattutto nella stagione di riproduzione della fauna e di ripresa della vegetazione floristica
A questo proposito Legambiente, WWF e Ambiente e/è Vita chiedono:
a chi è chiamato a rilasciare autorizzazioni, un’attenta valutazione e un’adeguata analisi delle diverse richieste avanzate dando ove occorrano adeguate prescrizioni e limitazioni o anche vietando gli eventi se la loro natura è tale da rappresentare un rischio per il territorio;
agli organi di vigilanza, la predisposizione di servizi di controllo in ogni occasione potenzialmente a rischio per scongiurare danni all’ambiente.
Non si dimentichi che in occasione di eventi che investano più territori comunali e aree a vario titolo protette, il D.P.R. n. 357 /97 obbliga a predisporre una Valutazione di Incidenza che certifichi la mancata alterazione di habitat e specie protette. L’intento del legislatore, che in questo caso le associazioni condividono, non è certo quello di impedire qualsivoglia manifestazione ma di sancire dei limiti da rispettare per non danneggiare un patrimonio naturale che appartiene alla collettività. Le aree protette nascono a tutela della fauna, della flora e degli habitat e non sono dei “parchi giochi” aperti a ogni genere di attività, come tra l’altro gli eventi dello scorso anno, incendi compresi, hanno ben dimostrato.
Le attività sportive e i raduni all’interno di aree di interesse naturalistico o comunque sottoposte a vincoli vanno accuratamente regolamentate in modo da contemperare le esigenze turistico-ricreative con gli obblighi di tutela imposti dalla legge e dalle direttive europee. Occorre in altre parole far sì che l’uso del territorio sia organizzato in modo da non danneggiarlo. Le associazioni hanno operato secondo questo principio anche nella fase di consultazione per la rimodulazione della Legge Quadro regionale n.38/96 sulle aree protette contribuendo, insieme agli altri portatori di interesse a definire la proposta attualmente all’esame del Consiglio regionale.
Legambiente, WWF e Ambiente e/è Vita rivolgono infine un appello al Consiglio regionale perché si superi la fase di commissariamento del Parco regionale Sirente Velino che si protrae ormai da oltre tre anni. Occorre ricostituire il consiglio direttivo dell’ente e garantire, come legge vuole, la presenza tra gli altri di un rappresentante delle associazioni ambientaliste che possa, tra l’altro, concorrere a delineare percorsi di piena sostenibilità nell’interesse dell’area protetta e, più in generale, della tutela del patrimonio naturale, che è poi interesse dell’intera collettività non solo abruzzese.
L’auspicio è che si arrivi presto alla definizione del disciplinare che regola all’interno delle aree protette le attività sportive e lo stesso turismo attivo che devono essere necessariamente sostenibili e rispettosi della biodiversità.