L’Acquedotto delle Luci ha alimentato le fontane vastesi per quasi duemila anni, ma da circa un secolo le sue acque si disperdono nel sottosuolo ed è stato più volte danneggiato dall’espansione edilizia.
Quanto incide tutto ciò sul precario assetto idrogeologico del nostro territorio? Un’opera di ingegneria idraulica così antica e ricca di suggestione può essere valorizzata? L’acqua che scorre ancora abbondante all’interno dell’acquedotto romano può essere utilizzata per compensare la crescente penuria d’acqua negli ultimi anni?
Queste sono alcune delle domande che ci poniamo e che sentiamo proporci da chiunque venga a conoscenza dei risultati delle nostre indagini, frutto di un programma di ricerca e di tutela proposto e portato avanti dalla Parsifal Società Cooperativa di Vasto e da Italia Nostra Onlus e che di recente è stato accolto e favorito dal Comune di Vasto e dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Abruzzo. Tale sinergia ha finalmente consentito di effettuare e documentare l’esplorazione di alcuni tratti dell’acquedotto, che hanno rivelato scenari suggestivi ed inaspettati creati dall’uomo e dall’acqua, come da altri fattori naturali.
Vasto, sala Vittoria Colonna presso Palazzo d’Avalos. Conferenza su L’Acquedotto Romano Ipogeo “delle Luci”, scoperte e prospettive
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