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“Itaca significa casa”. Lino Guanciale tra viaggiatori antichi e moderni ai Giovedì Rossettiani 2018

Partire, viaggiare, tornare, scrivere. Il viaggio che propone Lino Guanciale con lo spettacolo ‘Itaca’ denso di racconti in prosa e in poesia, in un mix riuscitissimo di classici della letteratura e percorsi autobiografici, risponde all’intima esigenza dell’uomo di oggi di perdersi per poi ritrovarsi. Il quarto incontro dei Giovedì Rossettiani 2018, in un teatro Rossetti straripante di appassionati della Rassegna, trascorre lieve con i versi di Foscolo, Totò, Leopardi, Dante in un itinerario ideale di geografia letteraria attraverso le rotte- non sempre lineari, fatte di partenze, esplorazioni avventurose con scoperte entusiasmanti, incontri casuali o programmati – dei più noti viaggiatori della letteratura mondiale. I personaggi e i luoghi perpetuano così la loro presenza nei racconti orali, tra i versi di poeti celebri, nelle pagine della narrativa del Novecento.
Che sia tra le peregrinazioni di Ulisse, la passione di Pablo Neruda, nelle strade polverose della Roma di Carlo Emilio Gadda e del suo Pasticciaccio o al Liceo Scientifico di Avezzano dove Guanciale è nato, ha studiato e ha iniziato a viaggiare attraverso le sue letture di bambino, ha poca importanza. Quel che conta, in fondo, è il ritorno. «Sempre devi avere in mente Itaca/ raggiungerla sia il pensiero costante», recita Guanciale in apertura di spettacolo con i celebri versi di Kostantin Kavafis e poi aggiunge «Ciascuno ha la propria Itaca a cui tornare: Itaca significa casa».
E il ritorno, per chi può raccontarlo, si trasforma nella più significativa delle esperienze dell’uomo: il viaggio arricchisce e muta il sentire, la conoscenza di sé, degli altri, del mondo.
Guanciale, vero mattatore dei Giovedì Rossettiani 2018, in un reading spettacolo appassionato conduce il pubblico in un viaggio a rebours alla scoperta delle più nascoste emozioni dell’uomo con un omaggio al grande cinema, agli attori, ai poeti. Con le note del regista e compositore Davide Cavuti che lo accompagna sul palco alla fisarmonica, Guanciale passa dal registro comico dei racconti tra i banchi di scuola a quello tragico dell’Ulisse omerico del ventiseiesimo canto dell’Inferno dantesco. Ma c’è spazio anche per la canzone Itaca di Lucio Dalla, con cui il cantautore bolognese ribalta il punto di vista e si fa portavoce di quello dei marinai, fiaccati dal lunghi anni in mare, ma pure desiderosi, perché spinti dalla curositas, di andare oltre il conoscibile.
Perché reale o immaginaria, da sempre parte delle umane cose, il viaggio è un’esperienza di forte impatto per i viaggiatori antichi e moderni. Con la sua carica di avventura e di mistero, con i connotati della paura o della sfida contro se stessi, il destino o la divinità, è diventato metafora della vita stessa ed è da sempre protagonista indiscusso delle più belle pagine della letteratura di tutti i tempi.
Le emozioni continueranno con Giorgio Pasotti a Teatro Rossetti Lunedì 30 aprile per l’ultima serata rossettiana dal titolo Forza, il meglio è passato, uno spettacolo di Davide Cavuti ispirato alla celebre frase di Ennio Flaiano.

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