“La vicenda del sequestro delle fosse Imhoff sanzionate dai Carabinieri Forestali, con conseguenti maxi multe che potrebbero ricadere sulle tasche dei cittadini, e la rivelazione della Sasi che sarebbero 600 le fosse Imhoff ‘irregolari’ in tutto il territorio sono solo l’ultimo capitolo delle travagliate vicende del servizio idrico integrato in Provincia di Chieti. L’estate 2017, sul fronte dell’erogazione dell’acqua, è stata consegnata alla memoria come una delle più drammatiche. Soprattutto, nel vastese. Lo ha affermato anche lo stesso presidente della SASI Basterebbe che sono necessari lavori per eliminare perdite e raddoppiare le reti. E questo è uno dei punti focali: nessuno nega le particolari condizioni climatiche, nessuno nega la scarsità di pioggia (ma la neve di quest’inverno?) ma tutto questo non può giustificare la situazione attuale.
Al centro di tutta l’azione amministrativa e politica, prima di qualsiasi altra istanza, dovrebbe esserci il bene comune acqua, le esigenze della popolazione e la fine delle ripetute emergenze idriche (soprattutto estive ma che vediamo anche in altre stagioni). Un diritto all’acqua bene comune sancito da documenti internazionali e che quanto hanno chiesto 600.000 abruzzesi con il voto, mai del tutto rispettato, ai referendum del 12 e 13 giugno 2011. Invece, troppo spesso, le cronache ci raccontano di scontri forti e accesi su ben altro. In questi anni PD e Forza Italia si sono scontrati soprattutto sugli incarichi nei consigli di amministrazione. Le organizzazioni che partecipano a Potere al Popolo lo hanno ripetutamente scritto e riscritto. Due anni fa, appena scaduto, a ridosso delle amministrative, il CdA fu immediatamente rinnovato. Un Consiglio a 3 che si compose con un presidente espressione del PD e un’altra consigliera espressione sempre del centro sinistra proveniente da Vasto. Una velocità che non si è notata in altri momenti. Nel 2011 (con retroattività all’anno precedente) fu varato un nuovo Piano d’Ambito, che ha previsto aumenti delle bollette fino al 2023. Aumenti con i quali i cittadini si sono ritrovati a pagare per 105.881.397 euro di investimenti mai effettuati e 65.000.000 di euro di ricavi in meno rispetto al previsto. Quel Piano prevedeva anche un programma di lavori in tutto il territorio. Essendo passati quasi 7 anni, non sarebbe diritto della cittadinanza che si riferisca pubblicamente cosa è stato fatto e cosa no? Se rispetto ai crono-programmi ci sono ritardi sapere perché, per responsabilità di chi e chi paga?
Di fronte al razionamento idrico estivo e non solo (solo in questo mese il sito della Sasi riporta 3 interruzioni), il cittadino rimane praticamente da solo, invitandolo di fatto a garantirsi tutto da solo. Come anche è avvenuto l’estate scorsa. L’acqua non c’è, quindi adattatevi con serbatoi e autoclavi. Ma non stiamo parlando di una merce qualsiasi, stiamo parlando del bene per eccellenza. Di un diritto vitale. Non di un lusso per pochi. E, in anni di crisi, impoverimento, disoccupazione crescenti chiedere di accollarsi nuovi oneri non è sostenibile. Perché non tutti possono permettersi pozzi, autoclavi o altre spese similari. Ancor di più pensando al crescente peso delle bollette. I cittadini pagano sempre più e poi, sulla stampa, leggono di investimenti “da fare”, di depuratori, fosse imhoff in situazione critica, reti che continuano a perdere …
La lista Potere al Popolo, così come hanno sempre fatto le organizzazioni, le compagne e i compagni che la animano in questi anni insieme ad associazioni, comitati, movimenti, lavoratori e cittadini, continuerà a battersi per l’Acqua Bene Comune, per il riconoscimento del diritto all’acqua soprattutto per le classi popolari e meno abbienti. Facendo sentire la propria voce e denunciando ogni volta che i problemi della gestione (di fatto in mano ai grandi partiti come il PD) colpiscono cittadini e lavoratori. Restando sempre convinti, come dicemmo già ai tempi del referendum 2011, che si scrive acqua si legge democrazia”.
Daniela Spadaro
Marisa D’Alfonso
Carmine Tomeo
Potere al Popolo