“Che la polizia penitenziaria sia stata più volte oggetto di spiacevoli (vedasi caso Cucchi) da parte dell’opinione pubblica è un dato di fatto. Che la stessa però poco emerga nell’immaginario di tutti quando compie gesti di elevato valore umano rappresenta quasi una costante.
Tanto si dice attorno ai baschi blu, infatti, quando ad affiorare è una notizia scandalo che li riguarda ma quasi nulla si sa quando gli stessi salvano da morte sicura detenuti i quali, per un motivo o per un altro, decidono di farla finita. E’ il caso di un internato di circa 30 anni di origini magrebine il quale all’una di stanotte ha tentato di porre fine alla sua esistenza impiccandosi alla grata della sua camera di pernottamento.
A salvarlo un assistente capo di Polizia Penitenziaria il quale, durante il suo giro di controllo, attirato dall’inconfondibile rumore dello sgabello in legno in dotazione di ciascuno dei ristretti, si è immediatamente catapultato in direzione della stanza ove era ubicato l’aspirante suicida ed applicando in maniera egregia il protocollo di pronto soccorso previsto in questi casi lo ha salvato da morte certa.
Tutto questo è accaduto nella Casa di Lavoro di Vasto. Quello stesso istituto ove, nel corso della riunione indetta dal Provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria del Lazio, Abruzzo e Molise tenutasi ieri a Roma si è visto decurtato l’organico di Polizia Penitenziaria di ben 16 unità gettando l’intero istituto pullulante di personale con oltre 50 anni in media di età, in una situazione assai drammatica”.
Così il Vice Segretario Regionale UIL PA Polizia Penitenziaria, in una nota.