Il 31 ottobre è andato in scena l’ultimo atto della triste storia dell’attuale amministrazione comunale: la (falsa) applicazione della Legge Regionale sul recupero del patrimonio edilizio esistente.
Voglio essere chiara, alzandomi in aula per la dichiarazione di voto, ho subito detto di essere favorevole alla legge: recuperare il patrimonio edilizio esistente vuol dire offrire ai cittadini una buona possibilità.
Avere una “tavernetta” in casa non significa, infatti, come ha pubblicamente sostenuto il Sindaco Menna, essere un imbroglione, uno che, costruendo la propria casa, ha voluto eludere o, peggio, violare la legge.
Avere una “tavernetta” in casa e destinarla ad altro uso, ancora, non significa favorire la cementificazione selvaggia, come pure ha sostenuto grottescamente il Sindaco.
Dunque, ben venga che la nostra Regione, come tante altre, abbia dato ai proprietari la possibilità di chiedere che tali locali diventino abitabili:quel locale, in casa nostra c’è già, è già stato legittimamente autorizzato e costruito e cambiarne l’uso vuol dire semplicemente renderlo (giuridicamente) abitabile.
Questi i fatti nella loro oggettiva semplicità.
Ed allora cosa è accaduto in Consiglio comunale?
È accaduto che, in barba a tale legittima possibilità, la maggioranza, ancora una volta ostaggio di ambientalisti, naturisti, “cooperativisti”, comunisti e simili, ha deciso, di fatto, di NON recepire la legge.
Recepire la legge regionale escludendo le zone rurali della città (San Lorenzo, Pagliarelli, Punta Penna, Incoronata etc) vuol dire, infatti, NON approvarla, mortificando ulteriormente i residenti di quei quartieri.
Recepire la legge regionale, limitando la possibilità del recupero di tali locali a quelli che hanno un altezza di 2,70 mt., vuol dire, ancora, NON consentirne il recupero e, peggio, prendere in giro i Vastesi (i locali che hanno quella altezza sono già abitabili).
Ed è inutile che il Sindaco, recitando la parte del novello ambientalista, si nasconda dietro affermazioni ridicole “non permetterò sanatorie e cementificazioni selvagge”.
Il recupero delle (già esistenti) “tavernette” di casa nostra non avrebbe comportato nemmeno un centimetro cubo di cemento in più, per usare le parole del Sindaco.
I Vastesi ringraziano.
Alessandra Cappa