Dal WWF Abruzzo riceviamo e pubblichiamo:
In Abruzzo si sta vivendo una situazione di emergenza con diversi incendi che stanno devastando aree preziose dal punto di vista paesaggistico e naturalistico; le alte temperature, insolite per molti ambienti, perdurano da diverso tempo e tutto ciò sottopone a forte stress gli ecosistemi e gli animali che vi abitano.
A Villavallelonga, domenica 13 agosto, è previsto un evento, la “Sagra della pecora”, che vedrà coinvolte centinaia di persone (o forse anche di più) nell’area di Prati d’Angro, in cui i partecipanti confluiranno, almeno per un primo tratto, con mezzi motorizzati, percorrendo l’unica strada possibile.
La piana dei Prati d’Angro è un’area dall’elevato valore paesaggistico e conservazionistico, normalmente frequentata dall’Orso bruno marsicano e adiacente alle foreste vetuste da poco riconosciute dall’Unesco patrimonio dell’umanità. Un luogo, dunque, da custodire con grande attenzione.
Le criticità circa la realizzazione dell’evento sono molteplici:
– durante la sagra è prevista l’accensione di punti fuoco per la cottura della carne e le alte temperature dell’estate in corso rendono la cosa molto rischiosa tant’è vero che molti Comuni stanno emanando ordinanze di divieto di accensione fuochi anche in base alle note Prefettizie in materia;
– nel comune di Collelongo, adiacente a quello di Villavallelonga, è in corso da giorni un incendio che non si riesce a domare e non si può assolutamente rischiare di duplicare il danno sul territorio;
– uomini e mezzi che saranno in loco a supporto dello svolgimento della manifestazione (compreso l’obbligatorio mezzo anti-incendio) saranno di fatto sottratti ad altre aree tuttora devastate dalla fiamme o comunque non saranno disponibili per altre emergenze che dovessero presentarsi;
– è necessario verificare che vengano rispettate tutte le condizioni per lo svolgimento delle manifestazioni in sicurezza, anche alla luce della recente circolare Gabrielli;
– è necessario sottoporre l’evento a valutazione di incidenza ambientale, obbligatoria per ogni iniziativa che possa in qualche modo incidere su habitat e specie protetti dai Siti di Importanza Comunitaria;
– la strada che conduce ai Prati d’Angro è in parte sottoposta a sequestro giudiziario ed è inutilizzabile; non si capisce dunque come si possa accedere alla piana, visto che non si può certo autorizzare il passaggio di mezzi motorizzati sui prati.
“Molte sono le lamentale e le critiche da parte di cittadini, abruzzesi e non, che sto raccogliendo in particolare dopo l’episodio di Campo Imperatore” – dichiara l’esponente del WWF Filomena Ricci, consigliere nel direttivo del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise indicato dalle Associazioni ambientaliste. – “Da più parti si chiede con forza alle aree protette di prendere una posizione netta su tutti gli eventi che possono compromettere il patrimonio naturale che dovrebbero invece tutelare”. Il consigliere, oltre che sottolineare in seno al consiglio dell’Ente i rischi connessi all’evento in programma ai Prati d’Angro, ha pure inviato una nota formale agli Enti preposti per il controllo, chiedendo un segnale forte di tutela e responsabilità, al fine di revocare le autorizzazioni che permettono lo svolgersi della sagra ai Prati d’Angro e di spostare l’organizzazione dell’evento in aree meno pregiate, più facili da controllare e meno pericolose dal punto di vista del rischio incendio.
Resta in ogni caso irrisolta la questione del transito per arrivare alla piana dei Prati d’Angro, la strada è posta sotto sequestro e non è ipotizzabile che i Carabinieri Forestali e i Guardiaparco del PNALM, che certamente saranno presenti, consentano una così palese violazione della legge davanti ai loro occhi tollerando il passaggio e il parcheggio di mezzi motorizzati sui prati.
“Il Parco – continua Filomena Ricci – non ha ritenuto di revocare l’autorizzazione per alcuni punti fuoco, concessi ben prima della attuale emergenza. Un’area protetta però non può essere co-responsabile di eventi che possono arrecare danni alla natura che dovrebbe tutelare, ma deve al contrario elevare la visione rilanciando sulla conservazione e proponendo, anche alle popolazioni locali, regolamentazioni della fruizione e formazione degli operatori, che sono le sole possibilità di crescita economica e sociale dei territori. Il turismo quasi predatorio di un giorno all’anno, in aree distanti dalle piccole attività commerciali dei comuni, non porta certo al tanto agognato sviluppo locale, anzi tende ad allontanare anche chi, amante della bellezza dei luoghi del Parco, ha la passione di viverli nella loro integrità. Il Parco e gli altri organi proposti alla tutela del territorio non hanno altra possibilità che rivedere le proprie autorizzazioni per dare un esempio e un segnale di corretta gestione del territorio, scongiurare il rischio di inestimabili danni all’ambiente e non perdere di credibilità.”