“Nonostante il Progetto Penelope ed il Progetto Sibilla abbiano potenziato i servizi di assistenza e i centri
antiviolenza abruzzesi, mi chiedo: quanto tempo ancora si dovrà aspettare prima di creare vere e proprie case accoglienza per donne maltrattate in centri di piccole e medie dimensioni?”
Così la portavoce del Movimento 5 Stelle – EFDD On. Daniela Aiuto commenta la situazione in cui versa la città di Vasto, ove gli episodi di violenza aumentano di giorno in giorno, come in tutta Italia, che prosegue:
“Ringrazio la dottoressa Zullì per la puntuale osservazione in seguito ad un recente articolo uscito sui quotidiani, nei quali denunciavo l’assenza delle case rifugio in Abruzzo e quindi anche a Vasto. Considerato il suo solerte invitato a visitare le loro strutture, prima di farlo, ho approfondito ULTERIORMENTE la questione che riguarda espressamente la città di Vasto; il risultato? Sono stati erogati tantissimi soldi pubblici per poi alla fine non realizzare quello di cui le donne hanno più bisogno, ossia le case rifugio”.
Il Progetto Penelope, lanciato e realizzato da DonnAttiva nel 2013, ha ricevuto un finanziamento di ben 220mila euro per 24 mesi dal Ministero delle Pari Opportunità. Gli obiettivi del progetto erano l’incremento dei servizi offerti alle vittime e l’ampliamento dei servizi di pronta accoglienza per le vittime e per i loro figli minori. Il bilancio del progetto ventiquattro mesi dopo non ha visto la creazione di alcun centro accoglienza per vittime e figli minori.
Inoltre, il Progetto Sibilla del 2016, finanziato dal Ministero delle Pari Opportunità con 180mila euro, aveva come obiettivo principale quello di rispondere in modo efficace ed efficiente ai bisogni di vittime e minori. Il Comune di Vasto, grazie ai servizi erogati dal Centro Antiviolenza DonnAttiva, si dichiarava in prima linea nel contrasto e nella prevenzione di violenza nella città di Vasto ed in tutto il comprensorio vastese. Tuttavia, nessun servizio di accoglienza concreto è stato realizzato ad oggi.
E’ senza dubbio necessario attuare strategie a lungo termine, come la prevenzione nelle scuole; allo stesso tempo, però, è fondamentale offrire servizi e assistenza di pronto intervento. Creare una struttura ricettiva per le vittime nei centri minori è essenziale per lottare contro la violenza alle donne.
Così l’europarlamentare pentastellata Daniela Aiuto, in un comunicato stampa. La risposta dell’Amministrazione comunale di Vasto non si è fatta attendere:
L’onorevole Aiuto torna ad occuparsi dei Centri Antiviolenza partendo con il preconcetto tanto caro ai grillini dello “sperpero del denaro pubblico”.
“Se non fosse per l’estrema delicatezza ed importanza del ruolo rivestito dai Centri Antiviolenza, in prima linea nella lotta contro ogni forma di violenza di genere e nel sostegno alle vittime –ha commentato il sindaco di Vasto Francesco Menna- se non fosse per la gravità delle allusioni che un rappresentante delle istituzioni parlamentari europee fa in maniera del tutto gratuita, inopinata e senza conoscere la realtà dei CAV non solo abruzzese ma anche locale, se non fosse per le decine e decine di donne maltrattate e violate accolte in questi anni grazie al Centro ‘DonnAttiva’ del Comune di Vasto, ci sarebbe da rubricare come semplicemente ridicole le ‘approfondite’ dichiarazioni della Aiuto.
“Se l’europarlamentare avesse chiesto e fatto una visita nei CAV – ha aggiunto l’assessore alle Politiche Sociali, dei Diritti e delle Risorse Umane Lina Marchesani- forse avrebbe scoperto come lavorano i Centri Antiviolenza in Abruzzo e, soprattutto, come lavora il Centro Antivolenza DonnAttiva del Comune di Vasto, quali sono i servizi gratuiti di sostegno, di protezione e accompagnamento che eroga quotidianamente alle donne vittime di violenza, cosa sono le Case Rifugio e quante, a dispetto di quello che vuole far credere, sono operative in Abruzzo.
Per esempio avrebbe scoperto che il Progetto ‘Penelope’ (posizionatosi in graduatoria nazionale al decimo posto) è stato co-finanziato da risorse pubbliche ministeriali specificatamente destinate al potenziamento dei servizi gratuiti erogati dai Centri Antiviolenza non a carattere residenziale almeno per quel che riguarda la Città del Vasto.
Un Progetto che ha avuto una dimensione di intervento sovra-provinciale e interregionale poiché ha coinvolto le Province di Chieti, Pescara e Campobasso. Un progetto che ha rafforzato i legami ed i contatti quotidiani con il Tribunale, la Procura della Repubblica, le Forze dell’Ordine, Asl, Enti non profit etc..
Avrebbe forse capito l’onorevole Aiuto che la drammaticità e serietà del tema della violenza di genere non vale il gioco di un comunicato stampa allusivo che tenta di insinuare il dubbio. Questo non glielo consentiamo. I CAV fanno il loro dovere con serietà accogliendo le vittime della violenza e chi lavora in quelle strutture rischia in prima persona mettendoci la faccia e un po’ della propria vita.
L’onorevole Aiuto venga a trovarci. Ci farebbe piacere averla a fianco a noi in prima linea”.