Ribadiamo il concetto che siamo per l’accoglienza ma con rigore e seria presa d’atto di responsabilità. Ribadiamo il concetto che non possiamo girare le spalle ad un grave e serio problema quale quello dei migranti che quotidianamente sbarcano sulla nostra penisola.
Ricordiamo come a San Salvo siano “ospiti” 10 e sottolineiamo 10 ‘migranti’ a differenza di Torino di Sangro che, come ha anche ricordato il Prefetto Antonio Corona, ne ospita 200 (la cui popolazione conta poco più di 3mila abitanti) o Lentella che ne ospita circa 50 (la cui popolazione conta circa 800 abitanti).
‘Sfruttare’ il concetto di “San Salvo vocazione turistica della Città” come diniego ai migranti, significa trincerarsi dietro un problema che non si vuole affrontare. Significa accusarli di qualcosa prima ancora del loro arrivo. La Città deve sapere che se l’Amministrazione Comunale guidata dal sindaco Tiziana Magnacca avesse dato risposte concrete e avesse soprattutto collaborato ed intavolato un confronto costruttivo e risolutivo con il Prefetto e con gli altri Comuni, oggi San Salvo non vedrebbe arrivare dal nulla 70 migranti e ritrovarsi poi a dire: “E ora che facciamo?”.
“Che facciamo” bisognava programmarlo PRIMA. Ma nulla si è fatto per risolvere il problema. “E’ necessario che qualcuno cominci a dire basta, altrimenti assisteremo ad una emergenza prima demografica, poi economica, che potrebbe avere ricadute sull’ordine pubblico”. Queste le parole di qualche giorno fa del Sindaco Magnacca. Ricordiamo alla Città che non sono i migranti la vera minaccia sociale (basti guardare la vicina Vasto, che ha aderito tra l’altro anche allo Sprar cosa che l’Amministrazione Magnacca non ha fatto), dove i migranti sono una risorsa e non un problema. La vera minaccia sociale è altro e quotidianamente lo leggiamo sui giornali e sul web.
Leggiamo inoltre dalle parole di una giornalista locale, che “San Salvo è da sempre una città che accoglie; che […]il tessuto sociale della città è composto soprattutto di migranti; che […] San Salvo è la città che ad oggi accoglie di più nella provincia di Chieti, lo dicono i numeri: sono oltre 1.600 gli immigrati presenti sul nostro territorio registrati all’anagrafe”.
Ricordiamo alla giornalista e alla Città che la mobilità residenziale non può e non deve essere confusa con l’emergenza migranti.
Concludiamo ringraziando l’Associazione Gerico che ha sottolineato come “I movimenti migratori in termini di origine, transito e destinazione, interessano ogni parte della terra e quasi sempre forzati, causati da conflitti, povertà estrema e condizioni di vita indegne. Nessuno può credere né tanto meno pensare o sperare di poterne rimanere fuori. “Accogliere, Proteggere, Promuovere e Integrare” sono i verbi che Papa Francesco indica come strada da seguire per una comune risposta ai movimenti migratori. Dal vuoto nasce la paura che spinge a vedere l’altro come un pericolo e un nemico. La comunità che lo ospita è chiamata a promuovere e valorizzare quanto ogni immigrato può offrire a vantaggio di tutta la comunità. Non è umano chiudere le porte”, perché chiudere le porte significa ghettizzare. Ed è proprio la ghettizzazione che crea poi “minaccia sociale”.
Gruppo Consiliare Pd