Una delle promozioni commerciali più diffuse è il “prendi due paghi uno”. Gli uomini della Capitaneria di Porto e i volontari del Centro Studi Cetacei (CSC) e del WWF l’hanno applicata all’incontrario quando, di ritorno dalla operazione per la liberazione di due tartarughe Caretta caretta ne hanno trovata un’altra letteralmente prigioniera di imballaggi di plastica che l’avevano già seriamente ferita su una pinna anteriore, la ostacolavano nei movimenti e rischiavano di strangolarla. La tartaruga, battezzata “Charlie” dal nome della motovedetta che l’ha salvata (CP 885, Charlie papa 885, mutuando dal codice internazionale in uso per lo spelling), ha avuto le prime cure a bordo e, una volta sbarcata a Ortona, è stata subito trasportata presso il Centro di Recupero e Riabilitazione Tartarughe Marine “Luigi Cagnolaro” di Pescara dove è ora ricoverata. Il dottor Vincenzo Olivieri, presidente del Centro Studi Cetacei, che gestisce l’ospedale delle tartarughe, si è espresso con ottimismo circa le sue possibilità di cavarsela: «Era piuttosto malridotta – ha commentato – ma per fortuna è stata trovata in tempo».
La giornata era iniziata positivamente con la liberazione di “Gelo” e “Cento”, due giovani tartarughe curate e rilasciare a 3 miglia dalla costa in modo tale da evitare ogni possibile incontro con le reti da posta e per offrire loro subito la possibilità di alimentarsi. L’appuntamento, organizzato nell’ambito della Campagna GenerAzioneMare, lanciata dal WWF Italia, si era simbolicamente concluso con la liberazione dei due animali fatta in maniera congiunta da volontari CSC e WWF. Invece sulla via del ritorno la sorpresa…
«Il problema – commenta la presidente del WWF Chieti-Pescara Nicoletta Di Francesco – è che per salvare le tartarughe, ma più in generale per salvare il mare e gli esseri che lo popolano con un ritorno positivo anche per noi, occorre che tutti, dagli operatori professionali a coloro che sulla spiaggia vanno solo in estate per le vacanze, dagli abitanti delle coste a quelli delle zone interne, prendano consapevolezza del problema e si comportino di conseguenza. Serve insomma una GenerAzione Mare ed è quella che il WWF vuole contribuire a creare con la sua campagna di informazione e di mobilitazione che ci vedrà ogni giorno in prima linea, insieme al CSC, a tutte le strutture del WWF e in particolare a WWF YOUng che si rivolge ai giovani, e a chiunque voglia dare una mano».
‘GenerAzioneMare’: dopo la liberazione di due tartarughe la motovedetta, di ritorno, ne trova un’altra e la salva
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