Dal WWF Chieti – Pescara riceviamo e pubblichiamo:
È in corso oggi a Chieti il taglio di una serie di grandi alberi in via della Liberazione. La motivazione formale è quella consueta in questi casi: “sono malati”. Non entriamo nel merito, non avendo al momento a disposizione alcuna documentazione, ma dobbiamo sottolineare che nella gran parte dei casi sono gli interventi di errata manutenzione (es: potature mal eseguite, capitozzature, danni all’apparato radicale durante i lavori, pluriannuale incuria) che compromettono la salute delle piante in contesti urbani.
Quelli tagliati in via della Liberazione sono acacie, essenze alloctone originarie del Nord America. Il nome scientifico è Robinia pseudoacacia, importata in Europa nel 1600 dal farmacista e botanico Jean Robin come pianta ornamentale per i giardini di Francia. Una acacia piantata da Robin nel 1601 è tuttora in vita ed è considerata la pianta più antica di Parigi dove, per salvaguardarla, le hanno appositamente costruito tutori in cemento.
Si tratta di alberi a rapida crescita e oggi generalmente considerati di non particolare pregio che comunque nel periodo di fioritura rivestono notevole importanza per le api; si tratta infatti di piante mellifere che hanno inoltre anche un ruolo notevole per migliorare l’ambiente urbano.
In ogni caso il taglio sta avvenendo in un periodo assolutamente inadatto per simili interventi: siamo in primavera, nel pieno della stagione riproduttiva di tantissimi uccelli, molti dei quali certamente avranno visto i loro nidi impietosamente gettati a terra.
Come abbiamo più volte sottolineato, l’alberatura urbana è del tutto indispensabile, oltre che per motivi estetici, anche perché contribuisce alla buona qualità dell’aria e, in ultima analisi, a garantire una migliore qualità della vita. Ci auguriamo per questo che l’amministrazione municipale voglia prontamente sostituire gli alberi sacrificati con nuove essenze, nello stesso viale oggi impoverito e in numero maggiore di quelli tagliati, nell’interesse della cittadinanza tutta, e che in futuro anche le potature non vengano effettuate in periodi di ripresa vegetativa e di riproduzione dell’avifauna.