Dal WWF si riceve e si pubblica:
“Con la nuova procedura di VIA, proposta dal ministero dell’Ambiente si aumentano i costi per le casse dello Stato e per l’ambiente, inibendo la corretta informazione e la partecipazione consapevole del pubblico, al contrario di quanto stabilito dalla normativa comunitaria che si intenderebbe recepire e che chiede il rafforzamento della trasparenza di questa procedura”, lo afferma il WWF, che ha inviato al Parlamento Osservazioni critiche redatte insieme ad altre 19 Associazioni ambientaliste (Accademia Kronos, AIIG, Associazione Ambiente e Lavoro, CTS, ENPA, FAI, Federazione Pro Natura, FIAB, Geeenpeace Italia, Gruppo di Intervento Giuridico, Gruppi di Ricerca Ecologica, Italia Nostra, Legambiente, LIPU, Marevivo, Mountain Wilderness, Rangers d’Italia, SIGEA, VAS), contesta le affermazioni rese oggi alla Camera del Ministro dell’Ambiente Galletti, aggiungendo così: “Lo schema di decreto legislativo all’esame delle Camere ripropone il modello autorizzativo della legge Obiettivo, che il Ministro delle infrastrutture e Trasporti Delrio ha superato con il nuovo Codice Appalti, che consentendo di fare la valutazione di impatto ambientale sul progetto preliminare oggi progetto di fattibilità, molto vago e lacunoso rispetto alla stessa descrizione dei vincoli (e quindi delle tutele) che invece vengono descritti nel progetto definitivo, favorisce la speculazione da parte dei proponenti sui lavori e quindi sui costi delle opere legati ai reali impatti ambientali. In 15 anni di esperienza di applicazione di questo modello inventato nel 2001 per le cosiddette infrastrutture strategiche abbiamo visto il costo delle opere raddoppiare o triplicare (un caso per tutti l’inutile Autostrada Bre.Be.Mi., da 800 milioni a 2,4 miliardi di euro) fino ad un massimo a sette/otto volte i costi iniziali (nel caso rispettivamente della linea ad AV Torino-Milano – da 1,5 a 7,7 miliardi- e del Terzo Valico dei Giovi – da 1,3 ad oltre 6,2 miliardi di euro per realizzare il 50% dell’opera iniziale) perché non erano state calcolate le ricadute sul territorio e gli impatti ambientali.” Anche sulla partecipazione il WWF rileva che il provvedimento elaborato dal Ministero dell’Ambiente trasforma gli uffici tecnici del Ministero in una sorta di sportello permanente di consulenza dei progettisti, ma non prevede forme adeguate di informazione e partecipazione dei cittadini in tutte le varie fasi di definizione dei progetti e del loro impatto.