Dal WWF Chieti-Pescara riceviamo e pubblichiamo:
Giovedì 23 il Comitato per la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) della Regione Abruzzo si esprimerà sul progetto noto come “Megalò 2” dopo l’approfondimento tecnico che il Comitato stesso ha ritenuto necessario in seguito a quanto emerso nelle audizioni del 16 marzo scorso. In quella sede il WWF, presente così come Confesercenti e Legambiente, aveva ribadito la propria opposizione alla nuova colata di cemento a ridosso del fiume, anche alla luce dei cambiamenti climatici in atto e alle controdeduzioni che la ditta che propone l’intervento ha contrapposto alle affermazioni del WWF. La più clamorosa riguarda il centro commerciale già esistente, realizzato com’è a tutti noto, senza alcuna preventiva valutazione di impatto ambientale. Secondo la ditta proponente il Comitato VIA con un giudizio del 2012 avrebbe invece esaminato e approvato anche le opere già esistenti. Questo semplicemente non è avvenuto, ma anche se fosse sarebbe stato comunque un parere a danno fatto e non la valutazione preventiva obbligatoria che è stata invece evitata in virtù di una legge regionale in contrasto con la normativa nazionale ed europea abrogata dopo pochi mesi e rimasta in vigore appena il tempo sufficiente a far varare un progetto a dir poco estremamente discutibile per la sua collocazione in un’area di esondazione del fiume.
Una scelta sbagliata sin da allora, che diventa ancora più problematica oggi, alla luce dei cambiamenti climatici in atto che hanno reso inattuali e superati i modelli previsionali sui quali ci si basa per calcolare i tempi di ritorno e le portate delle piene.
«Quel che è accaduto in Abruzzo l’inverno scorso – dichiara Nicoletta Di Francesco, presidente del WWF Chieti Pescara – avrebbe dovuto insegnarci che il principio di precauzione deve necessariamente guidare ogni scelta e ogni autorizzazione. Dopo gli eventi nefasti la magistratura interviene a posteriori e giustamente indaga alla ricerca dei colpevoli. Gli organismi politici e tecnici della pubblica amministrazione hanno invece un altro compito: sta a loro decidere prima che venga compiuto un potenziale danno con la saggezza del buon padre di famiglia che si preoccupa in primo luogo dell’interesse della intera collettività».
Dichiara l’avv. Francesco Paolo Febbo «Il parere positivo a suo tempo rilasciato dall’Autorità dei Bacini è stato annullato in autotutela e, nonostante l’impugnazione della ditta interessata, tale revoca non è stata né annullata giudizialmente né revocata in autotutela. Si deve dunque ritenere mancante e inattuata la relativa prescrizione impartita dal Comitato Via al progetto di Megalò 2. Pertanto, la valutazione oggi richiesta, che si suppone in continuità con il primo progetto, dovrà concludersi necessariamente con una decisione negativa».
In ogni caso la cementificazione di un’area delicata del fiume e l’eventuale ulteriore estensione di questa cementificazione nella parte oggi ghiaiata, con le conseguenze che potrebbero derivarne, ricadranno ovviamente nelle responsabilità di tutti coloro che sono stati coinvolti a vario titolo nella realizzazione di un vero e proprio scempio ambientale.