Sabato scorso, presso la ‘Società Operaia di Mutuo Soccorso’, si è svolta una conferenza nel corso della quale è stata presentata l’iniziativa “Una firma per il cuore”, raccolta di firme per chiedere una sala emodinamica presso l’ospedale di Vasto. Promotori dell’iniziativa, Maria Amato (PD) e il dottor Ugo Aloè. Alessandra Cappa, riguardo all’evento e alle sue implicazioni, ha emesso la seguente nota:
Iniziativa lodevole alla quale hanno partecipato medici, comuni cittadini e rappresentanti politici dei diversi schieramenti.
Assistere al dibattito tra persone tanto diverse, politicamente parlando, eppure “riunite” attorno al tema della tutela della salute dei cittadini, mi ha emozionato e, come al solito, mi ha fatto riflettere.
Ho pensato allo scorso settembre allorquando, in occasione del Consiglio comunale sulla Sanità – richiesto e voluto dalla minoranza – avevo avuto modo di stigmatizzare, alla presenza dei massimi esponenti della Regione e della Asl, il penoso stato di salute dell’ospedale di Vasto e in generale della sanità nel territorio vastese.
In quella occasione, come già era avvenuto in precedenza e, purtroppo, in campagna elettorale, il Sindaco Menna e l’Assessore Paolucci, si erano ostinati a negare lo stato delle cose, continuando a prendere impegni e a fare promesse – sempre e solo per il futuro – che la stessa realtà quotidianamente sconfessa.
Denunciavo allora, come denuncio ora, la drastica riduzione in atto del personale e dei servizi, la mancanza della strumentazione necessaria a lavorare, il declassamento di unità operative fondamentali, lo stato di decozione della radiologia, gli effetti deleteri di certe scelte, la triste e costosa “migrazione” dei malati verso le strutture private, la chiusura delle guardie mediche sul territorio.
Per ultima, ma non ultima, denunciavo l’irrisolta ed annosa questione della mancanza del servizio di emodinamica all’Ospedale di Vasto.
Chiedevo, quindi, alle Autorità presenti, il perché di una politica sanitaria tanto iniqua nei confronti del nostro territorio, rivendicando il diritto di sapere se la salute dei cittadini del vastese veniva considerata cosa “minore” rispetto a quella degli altri abruzzesi.
In quella occasione, nonostante il mio accorato intervento, avevo avuto l’impressione di essere al cospetto di vere e proprie “maschere”, nessuno dei miei interrogativi aveva ricevuto una risposta e le domande erano rimaste tristemente sospese nel vuoto, nel complice silenzio del Sindaco Menna e dell’Assessore regionale Paolucci.
Sabato scorso, quando mi sono trovata alla conferenza stampa, con tanti medici, tanti cittadini comuni, tanti politici di ogni “colore”, tutti presenti per dire che il diritto alla salute non ha appartenenze politiche, ho ripensato a quel vuoto e a quel silenzio.
Il sindaco di Vasto non era presente all’iniziativa.
Mi sono allora venute in mente due riflessioni: la prima concerne il “valore” dell’unità in certe cose della Politica; l’altra riguarda il “disvalore” dell’annuncismo politico e dei suoi deleteri effetti.
Partiamo dalla prima: sono convinta – e la manifestazione di sabato rafforza tale mia convinzione – che, su certi temi, l’Unità, in politica, rappresenti un valore.
In certi casi, come in questa sacrosanta battaglia, l’Unità è, anzi, un valore irrinunciabile al quale ogni (buon) politico deve riservare impegno e passione, al di là delle proprie appartenenze.
La contemporanea presenza, sabato scorso, di uomini e donne di diversa appartenenza politica, ha significato proprio questo: tutti uniti attorno alla stessa causa – perché giusta – tutti uniti per cercare, anche mediante l’unità, il bene della collettività.
Tutti uniti tranne uno, il sindaco di Vasto.
La seconda riflessione riguarda un disvalore che, troppo spesso, certa politica mette in campo, quello dell’”annuncismo”.
Ricordiamo tutti, purtroppo, come la passata campagna elettorale sia stata caratterizzata da slogan enfatici sulla sanità, slogan e promesse elettorali che hanno avuto al centro dell’attenzione proprio l’ospedale di Vasto.
Come dimenticare gli (assurdi) 8/10 di emodinamica, la tac 64 strati, le tante visite di Menna e Paolucci al San Pio, per vedere spazi, parlare ai primari, prendere impegni, fare promesse (elettorali)?
Ma la sanità è cosa seria, è bene comune, e, come qualcuno ha detto, per la sanità non vale quel che si annuncia, vale quel che si fa.
E ad oggi, a Vasto, nulla è stato fatto.
Alessandra Cappa