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Vignetta su Jessica esce su ‘Il Fatto Quotidiano’: è polemica

 

E’ polemica tra ‘Il Fatto Quotidiano’ e il PD, vastese e non. Sul giornale diretto da Marco Travaglio, infatti, è stata recentemente pubblicata una vignetta che ha fatto infuriare il PD. L’antefatto: all’assemblea nazionale del PD del 28 gennaio scorso, tenutasi a Rimini, Matteo Renzi ha menzionato, nel suo intervento, la giovane Jessica Tinari, morta nella recente sciagura di Rigopiano, insieme ad altre 28 persone. Jessica, militante del PD e dei ‘Giovani Democratici’, è divenuta oggetto di una vignetta apparsa successivamente sul giornale di  Travaglio. Nella vignetta, intitolata ‘Il ritorno di Renzi’, si vede un Renzi in lacrime che, a congresso, “apre ricordando le vittime di Rigopiano” e pronuncia il seguente discorso: “E una delle vittime era una giovane democratica… Abbiamo perso un voto… Certo, magari gli altri 28 erano del M5S… Ma chi può dirlo?”. La reazione della famiglia Tinari è stata immediata: tramite i propri legali, infatti, i Tinari hanno chiarito di riservarsi il diritto di “procedere giudiziariamente anche per questo vergognoso episodio”. E immediata è stata anche la reazione di varie anime del PD, vastese e non. I Giovani Democratici, in una missiva indirizzata a Travaglio e al vignettista Mario Natangelo, autore della vignetta in questione, hanno chiarito che “Con Jessica non abbiamo perso un voto, ma un volto: una compagna che tutti i giorni dedicava un pezzetto della propria vita a un’idea. Tu potrai anche non condividerla, ma lei si impegnava più di molti altri per rendere la sua città, la sua regione e il suo paese, posti migliori. È ovvio, la vita di nessuno vale più della vita degli altri, ma quando muore una persona che fa la tua stessa vita, condivide le tue passioni e le tue idee, che in tasca ha la tua stessa tessera, allora il legame sentimentale è diverso. Non dovrebbe essere così, ma è umano.
Caro Natangelo, per questo motivo nella tua vignetta non hai attaccato il Renzi, ma hai ferito noi e la comunità della quale facciamo parte, perché hai toccato un nervo scoperto e a poche ore dal momento in cui abbiamo ricevuto la notizia.                                                                                                                               Caro Natangelo, ci hai ferito e va bene così, ma ricorda che non sempre il cinismo è sinonimo di acume, ma spesso nasconde la svalutazione di tutto. L’elevare il cinismo a valore è forse ciò che negli ultimi anni, diventando pensiero dominante, sta rovinando il clima politico e sociale di questo paese.
Noi non vogliamo stare a questo gioco. Siamo convinti che il vero valore sia ancora il rispetto per chi cerca di fare la propria parte e la gentilezza verso tutti, soprattutto se si tratta di una ragazza vittima di una tragedia. Come insegnavano le nonne, essere gentili è più importante che aver ragione.
Un abbraccio”. In una nota, la sezione vastese de ‘I Giovani Democratici’ ha aggiunto: “Polemica, satira, battuta… sono queste le parole accostate in riferimento alla vignetta pubblicata dal giornale Il Fatto quotidiano. In quanto AMICI di Jessica, queste righe non vogliono essere una sterile polemica, quanto piuttosto una difesa forte e accorata, contro quella che non si può definire né satira né battuta. È ormai diffusa l’abitudine di utilizzare il termine ‘sciacallo’, ma, a nostro avviso, le parole hanno un peso, un significato ben preciso: sciacallo in questa circostanza non è chi ha rivolto un pensiero a una ragazza con cui condivideva un percorso fatto di ideali, ma chi ha utilizzato con assoluta leggerezza, insensibilità e mancanza di rispetto la vittima di una tragedia per attaccare l’esponente di un partito avversario.
Caro Sig. Natangelo, abbiamo conosciuto Jessica all’interno di una sezione di Partito, ma fuori abbiamo condiviso tanti momenti importanti della vita. Il bello di lei è che era umile e onesta dentro e fuori, animata solo dal suo profondo senso di giustizia, passione e amore. Ha dato tutto quello che poteva, dalle piccole alle grandi cose, senza alcuna pretesa, senza cercare nessun riconoscimento e non merita di essere tirata in ballo per fini di odio politico. Sia chiaro, noi difendiamo la persona di Jessica, non la militante, siamo suoi AMICI. Sì, perché cari giornalisti e vignettisti voi forse lo state dimenticando, ma dietro un nome c’è sempre un vissuto, una storia, un’anima, un cuore. Jessica è stata vittima di una grande tragedia, vittima di quel sistema che lei stessa si impegnava a cambiare, nella convinzione che per noi giovani c’è una speranza e siamo noi stessi: solo col nostro impegno possiamo cambiare le cose.
Ecco perché non possiamo tollerare che la sua persona venga usata deliberatamente per un attacco politico. Si può esprimere il proprio disappunto nei confronti di Renzi attraverso contenuti veri, senza intaccare la memoria di una ragazza di 24 anni strappata ai suoi cari che, appena due giorni fa, si sono stretti assieme per l’ultimo saluto. Essere ricordata da chi condivideva con lei un progetto, è un riconoscimento al suo impegno, alla sua passione e al suo lavoro silenzioso, mentre Lei, caro Natangelo, ha sfruttato una tragedia per un attacco politico di basso livello, colpendo e ferendo una comunità già distrutta dal dolore. Si sta toccando il fondo, una riflessione va fatta: davvero oggi un giornalista ha la libertà di esprimersi senza un minimo filtro? Davvero siamo al punto in cui qualsiasi mezzo è lecito per attaccare un’idea diversa dalla propria? No, Jessica, non ci arrenderemo a questo, faremo tesoro di ciò che ci hai lasciato continuando a lavorare in direzione di una società più sensibile e giusta e, allora, sarà una vittoria anche tua”. Il sindaco Menna ha così commentato la vicenda: “La morte non ha colore. Chi non sa rispettare la morte, non può rispettare la vita. C’è un limite che non va mai oltrepassato, oltre il quale ci si avventura nel triste malcostume dell’indecenza. Speculare sul dolore di una famiglia, di una comunità politica, di un’intera Città, è un agire che non appartiene alla dignità umana.
Questa non è satira: è una vergogna che va condannata e non c’è nessuna ‘libertà di informazione’ che basti a difenderla. Chiedere scusa ai genitori di Jessica credo sia il minimo che si possa fare”. Marco Travaglio, direttore de ‘Il Fatto Quotidiano’, ha così risposto alle critiche: “Purtroppo nel PD, come già per la vignetta di Mannelli sulla Boschi, ci sono troppi dirigenti che non capiscono le battute. Sarà nostra cura corredare le vignette con una nota a margine per spiegargliele da ora in poi”. Natangelo, per parte sua, ha così commentato: “I Giovani Democratici si sono sentiti offesi ‘come comunità’ per una mia vignetta in cui raccontavo del loro capo che per scaldare l’uditorio rivendica l’appartenenza politica di un morto all’Hotel ‘Rigopiano’. I Gentili Democratici mi danno del cinico (quindi cinico non è chi usa i morti per la propaganda politica ma il vignettista che lo dipinge per quello che è: ma va benissimo…), mi salutano con un abbraccio (che ricambio, Gentili Democratici) e mi spiegano che le loro nonne gli hanno insegnato che ‘essere Gentili è più importante che avere ragione’. Le mie nonne mi hanno insegnato a ragionare con la mia testa e non con la tessera che (non) ho in tasca. Ecco, ringrazio i Gentili Democratici per la lettera e mi spiace per i morti (tutti), ma davvero: lasciateli riposare”.

 

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