Dal WWF riceviamo e pubblichiamo:
Il WWF Chieti-Pescara ha inviato ieri al Comitato per la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) della Regione le proprie osservazioni sul progetto: “Realizzazione impianto per la messa in riserva [R13] il recupero di materia [R3, R5] ed il trattamento preliminare [R12] di rifiuti non pericolosi” presentato dalla ditta Iacovone Alfredo & figli S.r.l. di Chieti. Si tratta di una azienda attiva in Val Pescara dal 1984 nel settore della commercializzazione di combustibili solidi da fonti rinnovabili (pellets, nocciolino di sansa, tronchetti di segatura), che si vorrebbe ora trasformare in una attività di tipo industriale nel settore, appunto dei rifiuti.
Al di là delle varie problematiche relative allo specifico impianto, segnalate nelle osservazioni (che si trasmettono in allegato) il WWF fa notare che è in corso di definizione proprio in questi mesi il Piano regionale per la gestione dei rifiuti, per cui appare del tutto inopportuno e avventato autorizzare nuovi insediamenti senza dati aggiornati che ne dimostrino la reale utilità e la potenzialità operativa, meno che mai in un’area, la Val Pescara segnatamente nel territorio comunale di Chieti, nella quale sono già operative numerose altre analoghe attività. Non a caso centinaia di cittadini e decine di associazioni hanno aderito già il 17 ottobre 2009 alla marcia “Basta Rifiuti a Chieti”, mentre più recentemente, il 30 luglio 2015, quattordici organizzazioni (tra cui Confcommercio, WWF, Legambiente, Italia Nostra, Marevivo, FAI, Pro Natura e Libera) hanno chiesto che la Regione Abruzzo “sospenda con effetto immediato, nel territorio della Val Pescara e nelle colline circostanti, il rilascio delle concessioni per l’apertura di nuovi impianti per il trattamento e/o per il deposito ancorché temporaneo di rifiuti di qualsiasi tipologia nonché per ampliamenti o modifiche di impianti già in esercizio fino a quando non saranno censite e bonificate o quanto meno messe in sicurezza per quanto riguarda tutte le possibili contaminazioni ambientali e il rischio di incendio tutte le discariche esistenti e sino a quando non venga varato un Piano dei Rifiuti regionale, basato sui principi della riduzione, del riuso, del riciclo e del contenimento dei rifiuti stessi e che fotografi le reali esigenze del territorio”.
«Una richiesta – sottolinea la presidente del WWF Chieti-Pescara Nicoletta Di Francesco – che resta tuttora di estrema attualità. La Val Pescara è un territorio saturo, nel quale si registra una concentrazione di aziende per il trattamento dei rifiuti in numero sproporzionato rispetto alle
esigenze del territorio, e che è per giunta costellato di discariche abusive. Non a caso siamo nel pieno del SIR, Sito di bonifica di Interesse Regionale denominato proprio Chieti Scalo».
Il progettato insediamento potrebbe dare problemi anche per un possibile ulteriore inquinamento dell’aria, in conseguenza quantomeno del traffico stradale di mezzi pesanti generato dall’attività. «Non si dimentichi – conclude la presidente del WWF Chieti-Pescara – che la vallata è zona rossa di risanamento secondo i dettami del Piano Regionale per la Tutela della Qualità dell’Aria del 2007. Un’area, densamente abitata, attraversata da traffico privato e industriale intenso, nella quale negli ultimi anni si sono verificati con allarmante frequenza incendi di rifiuti, pericolosi e non, anche all’interno di aziende autorizzate al loro trattamento, e nella quale, purtroppo, i controlli sono deficitari per l’assenza di centraline fisse funzionanti per il rilevamento della qualità dell’aria».
Secondo il WWF l’ennesima azienda che si occupi di rifiuti, a fronte peraltro di una occupazione irrilevante, è insomma davvero l’ultima delle esigenze per un territorio che avrebbe urgente bisogno di essere risanato e non ulteriormente penalizzato.