La legge Pietrucci Mazzocca, che reintroduce il divieto esteso alle 12 miglia per ricerca e coltivazione di idrocarburi, viene impugnata dal Governo e non passa perché è incostituzionale. “Lo avevamo detto fino a perdere il fiato” commenta Sara Marcozzi “questa legge è stata l’ennesimo palliativo mediatico e oggi il Consiglio dei Ministri presenta il conto”.
Tuona il M5S che nei lunghi mesi della lotta contro Ombrina ha sempre sostenuto che le leggi proposte dalla maggioranza e il referendum sono stati solo una possibilità per lavarsi le coscienze, di certo non la possibilità per scongiurare finalmente le trivellazioni in Adriatico. “L’unica strada è quella della legge di iniziativa regionale alle camere presentata dal M5S e approvata dal consiglio regionale – afferma sempre con più convinzione Sara Marcozzi, prima firmataria della legge – che va a modificare ed abrogare parzialmente l’articolo 35 del Decreto Sviluppo. ”.
“Abbiamo a che fare con un Governo centrale” continua Sara Marcozzi “che sta in tutti i modi dimostrando il totale disinteresse per la nostra Regione e per uno sviluppo sostenibile. Governo ampiamente appoggiato dai parlamentari abruzzesi di ogni schieramento, M5S escluso, che hanno votato a favore dello Sblocca Italia e che oggi firmano per i referendum no-triv”.
“Tutti i consiglieri regionali” incalza la Marcozzi “devono, oggi più che mai, costringere i deputati e senatori dei loro partiti a far calendarizzare la nostra legge in Parlamento e a votarne l’approvazione. Ombrina deve essere bloccata dai parlamentari a Roma. Lo sappiamo noi, lo sa il PD, SEL e anche la Corte Costituzionale.”